Racconta il giornalista Francesco Gualerzi sul numero del 19 giugno 1881 del settimanale reggiano "L'Imparziale":
Un giorno, col Manicardi e col Ferrari, un altro pittore nostro concittadino che farà onore senza fallo all'arte sua, visitammo il Bargello, ma come una delle cose più belle di quel museo è la corte, ci fermammo in essa. Era una giornata di sole e la luce giocava degli effetti incantevoli su quella vecchia livrea bigia delle arenarie intagliate, sui vecchi stemmi del podestà e sulla graziosa scaletta che esternamente sale al piano nobile. Noi passeggiavamo sotto le arcate della corte e rifacendo la storia di quella vecchia mole la rivedevamo fornita della sua guardia e sulla torre lo stendardo de' signori. Quale ambiente medioevale più splendido di questo? e quanti soggetti per la pittura la nostra giovane mente non ha veduti quel giorno! Il sig. Manicardi disse di farne uno studio ed ha mantenuta la promessa, la sua Corte del Bargello resterà fra gli studi migliori e più indovinati ch'egli abbia fatto.